20.9.10


La lettera di Nichi Vendola ai compagni di Sinistra Ecologia Libertà di Sora.

Cari compagni, care compagne, decidere di dar vita a un circolo, oggi, è un atto di fede. Significa non solo credere che sia possibile una buona politica, una politica non fatta di orpelli bugiardi, di apparenze mendaci, di princìpi modificati a seconda delle convenienze con la stessa disinvoltura con cui ci si cambia d’abito, ma anche che questa buona politica sia possibile, praticabile, a portata di mano qui e ora. Significa credere nella forza della partecipazione e della passione in un paese in cui il potere è riuscito a fare del cinismo e della disillusione, della sfiducia nella politica, dell’assenza di speranza nel cambiamento altrettanti strumenti di controllo e di dominio.

Significa credere nella nostra capacità di restituire peso e verità a parole che per anni, giorno dopo giorno, sono state avvelenate e distorte, sino ad assumere un significato opposto a quello reale.
La parola libertà è diventata sinonimo di affrancamento dal rispetto di ogni regola per i ricchi e i potenti. In nome della partecipazione diretta si è spogliato il popolo di ogni possibilità di decidere sul proprio destino e si è trasformata la democrazia in un sondaggio sulla telegenicità del leader o dei suoi dipendenti. La difesa delle garanzie si è trasformata in garanzia di impunità per pochi e assenza di diritti per moltissimi. Sventolando la bandiera della modernità si stanno riportando i rapporti di lavoro alla situazione di duecento anni fa, al punto che oggi Charles Dickens non ci sembra più un autore classico ma un lucido cronista della contemporaneità.

Fra le tante parole il cui significato è evaporato e svanito nel chiacchiericcio della peggior politica, ce n’è una che deve essere ricondotta alle sue origini per prima quando si dà vita a un circolo, a una sezione, a un luogo pubblico della partecipazione e dell’intervento politico: territorio.
Mai come in questi anni è stata tanto invocata la necessità di “tornare nel territorio”, di ritrovare un “radicamento nel territorio”. Ma stare nel territorio non significa, come molti pensano e quasi tutti praticano, prestare orecchio alle paure, ai rancori, agli egoismi, e poi amplificarli, esaltarli, farne spregevoli strumenti di propaganda, adoperarli con freddezza mercantile per conquistare senza sforzo consenso.

Stare nel territorio non è un lavoro da piazzisti della politica. Stare nel territorio vuol dire saper contrapporre la realtà della vita delle donne e degli uomini di quel territorio alle bugie di una propaganda venefica. Vuol dire ricostruire uno spazio pubblico dove tornare a seminare solidarietà. Vuol dire creare partecipazione, e contrapporla alla disperazione sottile, al senso di isolamento, all’insicurezza diffusa su cui in questi anni si è fondato il predominio della destra. Vuol dire smettere di essere spettatori o comparse per tornare protagonisti della propria vita e del proprio destino.
Ci vuole molta fede e molta sicurezza di sé per provare un’impresa simile quando la dialettica politica e sociale di un paese sembra ridotta al conflitto tra Berlusconi e Marchionne, tra un populismo mediatico che nei cittadini vede solo spettatori, consumatori, potenziali clienti e un liberismo insaziabile che li vuole ridotti a comparse, inerti masse di manovra spogliate di ogni diritto che il regista possa spostare e manovrare a seconda del proprio vantaggio.

Questa tenaglia che non stritola la sinistra ma l’intero paese, che impoverisce le sue risorse umane, frustra le sue speranze più vitali, dissipa le energie dei suoi giovani, deprime le potenzialità dei suoi territori, può essere inceppata e vinta solo da questa fede, da questa sicurezza di sé, da questa richiesta di partecipazione e protagonismo. Non è una strada breve, non sarà un percorso facile. Lo si dovrà percorrere con tenacia, pazienza e strenua determinazione, passo dopo passo. Fondare un circolo è uno di questi passi. Uno dei primi. Uno più importanti.

* Nichi Vendola, nella foto. Inaugurazione circolo di Sel Sora 11 settembre 2010. www.rbrasillach.blogspot.com

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