29.11.12

II° FESTIVAL DELLA DOTTRINA SOCIALE CRISTIANA


La seconda edizione a Sora dal 29 novembre al 1° dicembre. L’anno scorso si svolse a Casamari. Questa sera tanti gli interventi come del resto nei prossimi giorni. 

L’intervento che ha inaugurato il festival a cura del ministro dei Beni e delle Attività culturali, prof. Lorenzo Ornaghi. In mattinata doveva esserci l’incontro con le scuole rinviato perché le scuole sono chiuse fino a domani per le note vicende legate al maltempo. Anche l’Università è chiusa e domani forse salterà anche l’incontro dopo 80 anni dalla nascita del grande regista russo Tarkovskij nato nel 1932 e scomparso nel 1986. Il programma prevede la presenza del figlio Andreyevich. Nel pomeriggio ci si trasferirà ad Atina presso il palazzo Ducale. 

Ornaghi ha aggiunto ai quattro punti cardinali: Solidarietà, Bene Comune (il bene di tutti e di ciascuno, non la somma), Persona e Sussidiaretà anche la Cultura che è il patrimonio di chi sa. Quattro punti cardinali che il convegno discuterà e dibatterà nei prossimi giorni. Il ministro ha parlato di cultura popolare che è quella dei contadini, degli agricoltori. Una cultura dedicata. Nella tempo della crisi si ha bisogno di una visione di cultura. La cultura che deve starci nella nostra vita quotidiana e che serve per uscire dalla crisi giornalmente. Oggi le nostre leggi sono peggiori rispetto ad una decina di anni fa. Fa una piccola parentesi, in anni passati erano più lavorate. Il futuro dell’uomo si costruirà con la cultura. Un nuovo e differente modello di sviluppo. Il capitalismo oggi è in difficoltà, è importante quindi, per Ornaghi, arrivare ad un nuovo modello di sviluppo. Nuovo modello di sviluppo che si lega alla giustizia sociale. All’uomo animale sociale. Siamo in una stagione meno giusta per tutti, le disuguaglianze si stanno ampliando. Con la crisi sociale, continua il ministro, nella società italiana aumentano le invidie. Non ci vogliono ora pochi intellettuali. 

Il presidente del comitato SALE di Frosinone, Francesco Rabotti, invita il ministro ad inaugurare nei prossimi mesi una Summer School ciociara sulla dottrina sociale che si vuole realizzare a Casamari e che dovrebbe ospitare trenta studenti europei. E’ l’idea che si presenta al ministro, politologo, studioso Lorenzo Ornaghi. Durante gli incontri di approfondimenti del festival c’è una mostra iconografica su Alcide De Gasperi, sulla sua vita al servizio del Paese organizzata dal CERS, Centro ricerche sociali “Vittorio Bachelet”. www.comitatosale.it 

All’intervento del ministro è seguito la relazione della Signora Maria Romana, figlia di Alcide De Gasperi. La signora De Gasperi ha scritto un libro che fu contrastato dalla Democrazia cristiana. Parlava di De Gasperi uomo solo. Solo perché? Furono le domande dopo l’uscita del libro. Le risposte: Solo perché dovette chiudere il partito, solo perché davanti alla povertà, solo davanti alle grandi scelte. Al Patto atlantico. La figlia continua parlando della dignità di Alcide De Gasperi, di  quando fu messo in carcere, quando chiuse il Partito Popolare Italiano. De Gasperi, uomo cristiano ma che fece del bene, aiutò anche tanti laici. Uomo cristiano che amava la chiesa, che ha sopportato tante cose e molto amato. Ricorda la Signora De Gasperi che allora le campagne elettorali si facevano nelle piazze. Comizi seguiti con cartelli, nelle piazze, che facevano domande. Dopo le risposte dal palco i cartelli si abbassavano. Una politica che allora era positiva, e che si faceva in comune, assieme nei partiti. Come volevano i cittadini. 

Nel ’53 le elezioni comunali a Roma con Sturzo che portò avanti una lista di estrema destra. De Gasperi in contrasto fu costretto a chiudere la sua vita politica. Obbedì alla gerarchia ecclesiastica ma andò via. 

Il primo giorno di studi dedicati a: “Dignità e coscienza dell’uomo”. Domani si parlerà di: “Fragilità e vulnerabilità della persona” e sabato 1° dicembre di: “Beni Comuni e Sussidiarietà”.          

6 commenti:

  1. Il messaggio di Mons. Antonio Lecce al II° Festival della Dottrina Sociale di Sora.

    ”L’orizzonte socioculturale del mondo lancia le sfide all’evangelizzazione”

    “Signor Ministro, autorità, confratelli, signore, signori, benvenuti a Sora per la II edizione del Festival della Dottrina sociale cristiana. La Chiesa di Sora-Aquino-Pontecorvo, anche se attualmente non ha il Vescovo titolare, per mio tramite e dei confratelli nel sacerdozio, vi accoglie a braccia aperte, desiderando di fare insieme con voi un tratto sia pur piccolo del cammino di formazione intellettuale e morale che auspicava il Papa nel Messaggio per la 46a Settimana sociale dei cattolici italiani svoltasi a Reggio Calabria nell’ottobre del 2010.

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  2. (2) Ringrazio il Comitato organizzatore che ha scelto proprio la città di Sora come sede per l’importante manifestazione in programma. Non dimentichiamo di essere nella terra di S. Tommaso d’Aquino, che resta un faro luminosissimo di “luce intellettuale piena d’amore”. “Dove, se non ad Aquino, lo studio della nostra religione, … deve essere compiuto da tutti con particolare impegno? Ecco allora la lezione che ancora viene a noi dal vostro Santo Maestro, Tommaso d’Aquino: procuriamo di dare studio assiduo ed amoroso alla dottrina cristiana”. Sono parole di Paolo VI ad Aquino il 14 settembre 1974.

    Studio assiduo e amoroso, diceva il Papa Paolo VI, e l’attuale Pontefice Benedetto XVI, al n. 31 della Caritas in veritate, perché non manchi ai cattolici la consapevolezza che le aspettative per lo sviluppo integrale devono essere collocate all’interno delle complesse e delicate trasformazioni che interessano l’intera umanità, aggiungeva che c’è bisogno di avere “una visione chiara di tutti gli aspetti economici, sociali, culturali e spirituali dello sviluppo”.

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  3. (3) Le affermazioni del Papa, per la nostra Chiesa locale sono un pungolo perché, anche dopo questo II Festival, ci decidiamo a proporre e attuare una qualche forma stabile e continuativa di formazione sociopolitica. Se ne avverte l’urgenza e l’importanza, anche in presenza della deriva etica alla quale è stata abbandonata la cosiddetta ”politica”, quando le cosiddette persone perbene non vogliono sporcarsi le mani, come si dice, ritenendo che tutti coloro che frequentano il mondo della politica siano ladri o mestatori o mestieranti. Negli anni passati, sotto tutti i Vescovi che io ricordo: Mons. Minchiatti, Mons. Chiarinelli, Mons. Brandolini, Mons. Iannone, in questa Diocesi si è sempre parlato di istituire una scuola di formazione, ma siamo rimasti soltanto al livello delle pie intenzioni. Lascerò per iscritto al nuovo Vescovo che questa è una delle priorità da affrontare. Non basta assicurare ai fedeli le celebrazioni, la predicazione, la catechesi e anche la carità,dimenticando che “la politica è alta forma di carità”. L’incarnazione del Figlio di Dio e il suo ingresso nella storia dell’uomo – che ci apprestiamo a celebrare nuovamente a Natale – esige l’incarnazione del messaggio della salvezza nelle concrete situazioni storiche, altrimenti sarebbe un messaggio per gli angeli e non per gli uomini. “Propter nos homines et propter nostram salutem discendit de coelis”.

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  4. (4) Il richiamo alla storia mi fa ricordare che siamo nella terra del Card. Cesare Baronio, sorano, insigne padre della Storia della Chiesa. (Una parentesi. La causa di beatificazione del Card. Baronio aveva trovato nel Beato Papa Giovanni XXIII un forte sostenitore. Negli ultimi anni il punto di forza era P. Cerrato, superiore dei Padri dell’Oratorio. Ora P. Cerrato è stato fatto Vescovo di Ivrea e la causa del Baronio è rimasta senza sostenitori. Poteva essere l’occasione buona di fare rimanere a Sora come Vescovo il P. Cerrato, ma …). Non siamo chiamati solo a scrutare la storia del passato, ma a ben interpretare il nostro ruolo di cristiani nella storia presente, mettendo i fermenti per la storia futura. Il Libro dell’’Apocalisse domenica scorsa ci ha ricordato che Cristo è “Colui che era, che è e che viene”. I cristiani si sentono forti del patrimonio dei secoli passati, vivono nel presente la potenza della resurrezione del Signore che si manifesta nella debolezza dei poveri, degli umili, dei migranti, degli esclusi, sono vigilanti nell’attesa della parusia.

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  5. (5) Mi sia permesso fare un’ultima contestualizzazione storica, quella della nuova evangelizzazione, e non perché oggi tutti nella Chiesa ne parlano. E’ l’orizzonte socioculturale del mondo che lancia le sfide all’evangelizzazione, che si chiama nuova non da adesso, ma almeno dal 21 settembre 1978, quando ne parlò per la prima volta il Card. Stefan Wyszynsky, in vista della rinascita spirituale dell’Europa. L’incontro con la secolarizzazione avanzata, il modello dominante di una società di individui, la diversa visione dell’uomo, sono tutte sfide alla missione della Chiesa. Lo scenario culturale, lo scenario sociale, lo scenario dei mezzi di comunicazione, lo scenario della ricerca scientifica e tecnica, sono i nuovi aeropaghi per la nuova evangelizzazione.

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  6. (6) In questi scenari dobbiamo concretizzare la nuova evangelizzazione come servizio alla relazione con gli altri e come servizio al vincolo sociale. La sfida è quella di riuscire a combinare due aspetti: da un lato l’accoglienza della Parola di Dio che ci modella in tutto quello che siamo,e la pratica dell’amore di Dio nella verità, dall’altro la seria considerazione del servizio personale, sociale, culturale, economico e politico ai nostri fratelli, fino al punto in cui possono aprirsi ad una rinnovata esperienza di vita nello Spirito del Signore. Dio non si è allontanato dalla storia”.

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