31.1.13

VERTENZA MICRON, IL 14 GENNAIO AL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO



Il 14 gennaio sono stati tutti a Roma sotto il Ministero dello Sviluppo Economico i lavoratori della Micron di Avezzano. Per una protesta. 

Se la fabbrica, presente nella Marsica, dovesse chiudere ci vorranno ben 2 miliardi per la sua bonifica. Il sito era fino a due anni fa l’unico in Italia ora invece ci sono altre produzioni a Catania, ad Avellino e a Milano. 

Si vogliono ridurre 700 maestranze che producono “una cosa sola”.  Dice la dipendente e sindacalista, la dott.ssa Di Cola presente a Sora, al consiglio comunale convocato apposta per la vertenza Micron. Per dare sostegno alle maestranze (anche e soprattutto sorane) con la seduta del consiglio comunale in forma straordinaria. L’amministrazione comunale di Sora ha voluto seguire così da vicino le vicende dei lavoratori. 

Ci sono ora 1600 lavoratori e una quindicina sono di Sora e del sorano. Quasi tutti presente in sala ad ascoltare e qualcuno per la prima volta è salito l’ampio scalone che porta alla sala consiliare. Si è votato, chi era presente (assente il sindaco e Pontone Cravaldi), per “sostenere la risoluzione immediata delle problematiche dell’occupazione dei lavoratori della Micron”. Si è chiesto al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dello Sviluppo economico di cambiare l’impostazione della vertenza Micron, azienda leader per tutta la nazione. Ci sono 1623 dipendenti (foto) da salvare. 

La dott.ssa Monia Di Cola ha chiesto aiuto agli amministratori dei comuni vicini delle regioni Lazio ed Abruzzo. 700 unità da ridurre e nei prossimi cinque anni ci sarà il totale smantellamento del sito che poi si deve bonificare. “Senza i 700 lavoratori la Micron andrebbe a chiudere”. Oltre due miliardi da impegnare per l’inquinamento prodotto che pagheranno tutti gli italiani. Come è già successo (in buona parte) per la costruzione della fabbrica. Il finanziamento è stato impegnato dallo Stato. La multinazione va bene, continua la Di Cola, perchè gli smartphone si vendono bene “ma si vuole ridurre lo stesso”. E’ il prodotto più venduto al mondo ma si vuole vendere lo stesso il sito produttivo: “Come si vende una casa”, denuncia la sindacalista. La proprietà non vuole darla però alla concorrenza. Senza investimenti la fabbrica andrebbe così smantellata. 

La Micron è la prima industria in Abruzzo e la seconda in Italia ma se si va avanti di questo passo tra cinque anni chiuderà e si venderà. E’ il pericolo che corrono le maestranze ora impegnate nella Marsica. “Ci sono i semiconduttori da mantenere e la microelettronica da sostenere”. Ma la Di Cola, che ha chiesto l’aiuto a tutti, dice ancora che chi andrà via prima sarà anche più fortunato. C’è poi il problema, fatto conoscere in sala, delle mulitinazionali in Italia, quelle presenti che vanno riorganizzate e sviluppate meglio. Poi ci sono gli “investimenti mirati attraverso un piano industriale credibile e duraturo nel tempo”. 

Per la giornata del 14 a Roma la Di Cola aveva chiesto la presenza del sindaco e del gonfalone della città.   

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