22.7.13

PAPA FRANCESCO a LAMPEDUSA ADESIONE E INIZIATIVE DELLA CHIESA LOCALE

di Egidio Paolucci

Il giornalista e scrittore Magdi Cristiano Allam, ex fedele dell’Islam neobattezzato in una recente notte di Natale in S. Pietro con grande apparato TV, è restato con pochi altri quali Cicchitto,
Gasparri e Calderoli, a criticare il grande evento della ‘missione’ di PAPA FRANCESCO a Lampedusa.
L’intera omelia pronunciata nell’Isola l’8 luglio rappresenta uno straordinario messaggio evangelico da meditare come l’autentico Verbo di Cristo comunicato agli uomini del nostro tempo.
Ma consideriamo solo alcuni forti accenti. Siamo vittime spesso inconsapevoli della ‘cultura del benessere… catturati ciascuno in bolle di sapone, che sono belle ma sono nulla! … E siamo tutti vittime della globalizzazione dell’indifferenza’. Pertanto l’egoismo individualista gaudente e perbenista ci impedisce ormai di riconoscere e condividere il dolore e la sofferenza, che incontriamo nella nostra esistenza quotidiana e che la TV e la stampa ci mostrano insistentemente. Così non percepiamo ormai più le orribili stragi dei naufragi e dei ‘respingimenti ‘ in mare nel Canale di Sicilia. Non sappiamo più piangere e rattristarci nella ‘ compassione ‘ per il prossimo, tanto ricorrente nelle pagine evangeliche. Mi colpisce altresì il saluto ai fedeli dell’Islam che celebrano il Ramadan e l’augurio che ‘ … sia ricco di tanti frutti spirituali ‘. E, infine, l’alto riconoscimento che ‘ Lampedusa è un faro!’. Per ‘ l’accoglienza e la tenerezza ‘, che ha saputo esprimere: un valore della nostra antica cultura etica dell’umanesimo cristiano, che l’autentica e perenne virtù della umile gente italica è riuscita ancora a custodire e testimoniare davanti al mondo. Peraltro tanto miseramente travolto e calpestato dalla vicenda politica della cattura e dell’estradizione poliziesca di Alma e della figlioletta Alua Ablyazov .
La comunicazione di Papa Bergoglio assume efficacia e chiarezza per il suo stile sobrio, essenziale nella durata temporale e nell’uso delle parole, colloquiale, centrato non tanto sulla dottrina teologica e scritturale – dove c’è teologia non c’è teofania (?!) -, ma su Dio e sulla condizione di disagio e sofferenza degli uomini di oggi nell’orizzonte globalizzato. Dove, anche, ormai va cercato il nostro prossimo. Si auspica che il modello comunicativo del Papa trovi tanti imitatori nelle ‘prediche’ domenicali.
Il messaggio del Papa ci (mi) interpella come laici cristiani nella Chiesa locale e universale. E ci (mi) sollecita a impegni di vita e comportamenti più orientati alle sue esortazioni. Prima di tutto l’attenzione più assidua e concreta – accoglienza e tenerezza – per le tante persone – vicini parenti amici ed emigranti extracomunitari - in disagio, sofferenza, emarginazione nel tentativo di dare amicizia, conforto, speranza. Con parole e gesti significativi. Cercando di non rimanere avviluppati nella ‘bolla’ dell’autosufficienza e dell’anestesia del cuore. Potrà pertanto essere salutare e proficuo individuare ed eliminare il ‘superfluo e gli sprechi’ nell’esistenza quotidiana, praticando un consumismo moderato. E, infine, dedicare letture e informazioni a culture e religioni diverse; e per i popoli e i paesi della fame , della guerra, delle oppressioni violente. Per cercare di avere consapevolezza più completa del mondo in cui viviamo.

* 20 Luglio 2013 Egidio Paolucci. La foto è di www.polisblog.it

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