17.12.13

ENZO CATENACCI (LEONE) UN COMMERCIANTE DAL CUORE STORICO

Vincenzo (Enzo) Catenacci, meglio conosciuto a Frosinone con il soprannome Leone per la sua attività di commerciante e proprietario della catena di calzature e pelletteria sita in tre punti vendita:
Corso della Repubblica; via Adige e Monti Lepini, nel 2011 decide di dedicarsi alla ricerca storica compiendo un viaggio sui monti d’Esperia, che negli anni tra il ’43 ed il ’44 del secolo scorso,è stata palcoscenico della guerra e dei bombardamenti. Nasce cosi’ il racconto storico-epistolare “La guerra sconosciuta di Valle Gaetana”.In esso, parlando assieme all’ispettore scolastico Giovanni Battista Ferdinandi, ricorda l’incontro avvenuto sui Monti Aurunci con l’86enne pastore Erasmo “Raimo”.Durante la “Battaglia di Cassino” del 1943 aveva solo sedici anni ed i tedeschi lo avevano scelto per pascolare animali ed accudire muli.Erano gli anni dell’avanzata alleata chiamata con il nome “Linea Gustav”.Inizialmente il pastore era riluttante nel parlare del periodo bellico ma, grazie alla nuora che lo ha incoraggiato, ha iniziato a raccontare la sua esperienza partendo dalla grotta in cui, 16enne, in cambio del pasto giornaliero, aiutava i tedeschi in varie mansioni quali: munire i muli o stendere le lenzuola di fronte alle mura che essi avevano occupato. Come se fosse protagonista di un film di propaganda bellica, il pastore rievoca i terribili anni del secondo conflitto a fuoco e della sanguinosa battaglia che aveva colpito le zone cassinati chiamata “Valle Gaetana”. Il racconto di quest’anziano pastore, uno dei pochi superstiti scampati al pericolo della guerra,ha colpito anche sua nuora. Nel breve componimento (47 pagine edite da “La Multigrafica”) l’autore,oltre che ad intervistare l’anziano pastore,s’immerge nella natura e nel verde della valle, la cui fonte di reddito degli abitanti consta nell’allevamento delle capre. La parte più drammatica è, a mio parere, quella in cui il pastore Raimo ricorda dell’arrivo nella valle di tre “cosi brutti”, come lui li chiamava, che recavano in fronte un elmetto simile ad un utensile da cucina. I tre,quando lo videro, si imbracciarono un fucile con l’intento di ucciderlo. Lui si è messo a correre per la paura ed ha incontrato un soldato tedesco che stava percorrendo un sentiero di montagna. Nel corrente anno (2013) Enzo ha pubblicato la sua seconda opera “Una storia vera … che sembra inventata”. Il 5 di ottobre il commerciante ha compiuto ottant’anni e con la presente opera ha voluto tracciare, non solo un resoconto della propria carriera lavorativa ed intima,ma anche della storia del nostro territorio. La nascita di Enzo avviene in pieno periodo fascista e lui stesso, adolescente, aveva militato nelle file dei balilla. Nella prima parte del libro l’autore ricorda i due nonni, entrambi artigiani, e si immerge quindi nel raccontare i terribili anni del secondo conflitto mondiale durante i quali compiva viaggi assieme al nonno nei santuari abruzzesi. Passa, quindi, a parlare del suo lavoro d’artigiano, prima presso la bottega di uno zio materno e, in seguito, di commerciante grazie al quale ha avuto modo di realizzarsi pienamente mettendo su vari punti vendita:Sora,prima,e in seguito, Frosinone la cui attività prosegue oggi grazie agli eredi Roberto e Fabrizio. In questa autobiografia, Leone ricorda anche le sue continue passeggiate a Napoli assieme all’indimenticabile fratello Sandro,prematuramente scomparso e a cui ha dedicato l’intero lavoro. Grazie alla passione che quest’ultimo aveva per il viaggio, Leone ne ha seguito le orme compiendo, tra la fine degli anni novanta e l’inizio del duemila,numerosi viaggi in Algeria. Nel leggere il capitolo “Un incidente di percorso” il lettore resta meravigliato in quanto, durante i difficili anni del terrorismo e dell’uccisione di Fedele Calvosa, il nuovo magistrato era un giudice molto severo che iniziò un’ispezione nei vari esercizi commerciali arrivando anche ad Enzo costringendolo a qualche anno di reclusione, esperienza che lo stesso commerciante ha rimosso. Si parla delle numerose escursioni in montagna che hanno portato Enzo a conoscere Luigi Spiridigliozzi, boscaiolo rimasto invalido a seguito di un incidente. A Pontecorvo ha poi conosciuto l’ultima artigiana manifatturiera di vasi artistici,Assunta. A Trisulti,infine, è entrato in contatto con alcuni frati cistercensi cui è rimasto amico. In conclusione auguro ad Enzo di scrivere un altro appassionante racconto come questi già pubblicati per far scoprire al lettore pagine “nascoste” della nostra terra di Ciociaria.

* Veroli 17 dicembre 2013 di Gabriele Mattacola. Conoscente dello storico da giugno 2011.

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