10.3.14

SVOLTA L’UNITA’ DIDATTICA DI PRESENTAZIONE DEI DUE VOLUMI “ LA VERA STORIA DI DOMENICO DI SORA “ DI EGIDIO PAOLUCCI PRESSO LA SCUOLA ‘ACHILLE LAURI’ – EX III CIRCOLO

Partecipanti i 36 alunni delle CLASSI QUINTE A e C
molto entusiasti e motivati dal Gruppo di DOCENTI - INSEGNANTI Nadia Mattacchione, Tamara Di Muccio, Graziella Pallagrosi, Elia Tomassi - , che avevano preventivamente introdotto gli alunni alle tematiche del FEUDALESIMO nell’Alto Medioevo, del Millenario della costruzione della BASILICA – ABBAZIA mille anni fa e dei Miracoli compiuti dal Santo nella sua vita e dopo la morte dal Sepolcro presso l’Abbazia.

L’intervento dell’AUTORE dei due LIBRI è avvenuto presso la confortevole Sala delle Conferenze dotata di proiettore con schermo e LIM – lavagna magnetica interattiva -. Infatti Paolucci, attuando i procedimenti di una didattica attiva e tecnologica, ha fatto ampio uso di immagini a colori – frontespizio dei Volumi, immagini della splendida Abbazia di stile Romanico – normanno, icone del Santo, eremi di Trisulti, itinerari montani dell’Eremita Errante tra monti Cimini, Simbruini, Ernici.


Di particolare interesse per Alunni e Docenti è risultata la proiezione della straordinarie sequenze della celebrazione del MILLENNIUM – 1011 – realizzate in DVD da Antonio MANTOVA e commentate dallo stesso Paolucci. In particolare sono risultate interessanti le immagini delle liturgie dell’Abate di Casamari Dom Silvestro Buttarazzi, del Vescovo Filippo Iannone a Pentecoste, dei Cardinali Piacenza, Sardi, Amato e Antonelli. 

E, infine, gli spettatori sono stati colpiti dalla intensa fede popolare evidente nelle processioni e nel bacio della reliquia, specialmente nella cerimonia di chiusura del Vescovo di Foligno Mons. Gualtiero Sigismondo.

Egidio Paolucci, secondo il suo stile specifico, ha evidenziato specialmente le OPERE di Domenico di Sora come straordinario Personaggio Storico proteso e accogliente verso l’umanità povera e dolente nella dura realtà di sottomissione ai feudatari. Inoltre ha evidenziato la lotta di Domenico contro gli ecclesiastici concubinari e simoniaci, fino all’impegno per ridare Libertà e Dignità alla CHIESA, come autentico PRECURSORE della RIFORMA portata a compimento da ILDEBRANDO – GREGORIO VII.
Concludendo l’attività didattica ha ringraziato Alunni, Docenti e Dirigente dell’Istituto Comprensivo 3, intrattenendosi con gli Scolari che hanno chiesto chiarimenti e approfondimenti.


STORIA DI SAN DOMENICO DI SORA 

Incontro con l’autore: Prof. EGIDIO PAOLUCCI 

Scuola Primaria Achille Lauri Classi 5A / 5C

Nella nostra scuola è venuto a parlarci di San Domenico di Sora il professor Egidio Paolucci, autore di due libri su questo Santo che ci ha riassunto la sua storia e, noi alunni delle classi quinte, lo abbiamo ascoltato con molto interesse ed abbiamo appreso tante notizie.

Anche le maestre ci avevano spiegato chi fosse, cosa ha fatto e in che epoca è vissuto.
San Domenico di Sora (così denominato per distinguerlo dagli altri Santi con questo stesso nome), è nato a Foligno, in Umbria, nell’anno 951 dopo Cristo, da Giovanni ed Ampa. È stato educato religiosamente e già in giovane età cominciò a compiere miracoli; è stato chiamato “Monaco Errante” perché si spostava da un luogo all'altro.

È vissuto nel Medioevo, più precisamente nel basso Medioevo; il professore ci ha spiegato che, secondo un grafico c’è l’alto Medioevo che è quello più antico e il basso Medioevo, intorno all’anno 1000, che è quello in cui è vissuto questo Santo. È stato un uomo che ha trascorso la sua vita a pregare e a seguire i comandamenti di Dio, infatti le cose che succedevano nel mondo disturbavano la sua vita.

In quel tempo la Chiesa non operava correttamente, secondo la parola di Dio, e così si recava sui Monti Ernici, nelle grotte di Trisulti, preferendo vivere da eremita per meditare e pregare perché la vita sociale lo distoglieva dalle sue preghiere; lì viveva nutrendosi di radici e del cibo che gli veniva offerto dagli amici.


Quando arrivò nelle nostre zone, fece costruire molti monasteri e chiese come la chiesa di San Bartolomeo a Trisulti, con l’aiuto di ricchi cittadini.
Da Trisulti, poi, si spostò a Montecassino e da lì chiese il permesso di spostarsi a Sora.
Ai quei tempi Sora era molto diversa da com'è oggi.

Questo professore ci ha mostrato la carta di Sora antica racchiusa tra il monte S. Casto e
il fiume Liri che la attraversa.

In quel modo la città poteva essere difesa più facilmente dagli attacchi esterni dei nemici.
Ottenne il permesso di costruire monasteri e fondò l’ordine benedettino la cui regola spirituale era “Ora et labora” che vuol dire “Prega e lavora”.
I Monaci avevano anche momenti di preghiera assoluta durante la giornata.
Vivevano nei monasteri ed uscivano di rado, solo per aiutare i poveri o per accogliere i pellegrini .

Domenico combatté per eliminare il problema della simonia e del concubinato: la simonia era una tassa per ottenere le indulgenze, ovvero il pagamento di somme di denaro a favore della chiesa per ottenere il perdono dei peccati; il concubinato era un peccato commesso dal clero che viveva con una donna e metteva al mondo dei figli; era una convivenza illegittima: le donne si univano a preti, vescovi cardinali e papi senza l’ordine della chiesa, quindi senza celebrare i matrimonio. In caso di separazione, se non riconosciuti dai padri, i bambini erano “figli di nessuno”. Domenico avversò queste situazioni irregolari e le concubine si ribellarono e per rabbia gli lanciavano contro sassi. Alcune di loro, dopo avergli lanciato le pietre, ebbero delle malattie o rimasero paralizzate. Queste donne, dopo la morte di Domenico, si ricredettero, andarono a pregare sulla sua tomba ed ottennero la guarigione.

Ci ha parlato anche del feudalesimo: nel 1011 a Sora c'era la legge del feudalesimo, cioè privare di diritto i cittadini e tutto veniva deciso dal feudatario (il re-principe).
Così un feudatario di nome Pietro Raneiro, governatore di Sora ed Arpino, un giorno si recò da San Domenico a chiedergli perdono per i suoi peccati impegnandosi a non peccare mai più; lui lo ascoltò ma gli chiese in cambio di costruire un monastero e di governarlo. Così gli fu concesse il terreno ai confini di Sora dove fece costruire l'Abbazia di San Domenico di cui divenne abate:
era l’anno 1011.

È morto il 22 Gennaio del 1031 ed è stato sepolto nella chiesa del monastero, nella quale si trovano le sue reliquie ben conservate.
Ogni anno, il 22 Gennaio, ricorrono i festeggiamenti in suo onore.


Il professore Paolucci ci ha poi mostrato delle immagini dove nell'Abbazia di San Domenico c’è ancora la tradizione di baciare il suo anello.
Così si è concluso il racconto del Professore, un racconto storico interessante sulla vita del Santo e sulla mia città. 

* Sora 7 marzo 2014. Gli articoli di Fusco Martina – Grossi Marco Grossi – Iannucci Edoardo – Mosticone Andrea – Palombo Alessandro – Pinna Pamela – Serapiglia Chiara – Rea Alice.

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