2.6.14

GOVERNO RENZI E RIFORMA DELLA P.A. LE PROPOSTE DI ATTILIO TOLLIS

A fine aprile il governo Renzi ha condensato in una lettera, idealmente inviata a tutti i dipendenti pubblici italiani, i 44 punti della proposta di riforma della Pubblica Amministrazione.

Su tali punti Matteo Renzi e Marianna Madia (Ministro della Funzione Pubblica) hanno sollecitato l’intero mondo del pubblico impiego a formulare osservazioni e proposte che potevano essere inviate all’indirizzo rivoluzione@governo.it.
La consultazione pubblica è durata un mese e si è chiusa il 30 maggio con 39.343 mail pervenute all’indirizzo internet messo a disposizione dal Governo.
I due rappresentanti della compagine governativa hanno promesso che anche sulla base delle proposte ricevute a seguito della consultazione pubblica saranno definite ed approvate nel Consiglio dei Ministri di venerdì 13 giugno le misure per la riforma della P.A.
Di seguito pubblichiamo le proposte che ci ha cortesemente messo a disposizione il sorano Attilio Tollis (funzionario del Comune di Milano - Direzione Centrale Pianificazione, Bilancio e Controlli) con le quali ha partecipato alla consultazione pubblica.
Tali proposte sono state formulate a titolo personale e non coinvolgono il suo Ente di appartenenza.

1)    “Blindare” il controllore

Una maggiore efficacia all’azione di tutte le figure che operano nell’ambito dei controlli interni potrebbe essere conseguita prevedendo una loro tutela “rafforzata”. A tal fine potrebbero risultare opportune disposizioni normative che contemplino la possibilità di revoca degli incarichi relativi all’area dei controlli interni esclusivamente in caso di gravi irregolarità nell'esercizio delle funzioni assegnate. L’indipendenza delle figure professionali che operano in tale ambito (come pure quella del responsabile del servizio finanziario) costituisce un presidio importante alla funzionalità delle PP.AA.

2)    La gestione esiste solo se si dispone di dati numerici

Introdurre nella normativa stimoli ed incentivi affinché le PP.AA. si indirizzino verso l’utilizzo (ancorché in forma volontaria e non obbligatoria) della contabilità economico-patrimoniale quanto meno al fine di determinare tariffe sulla base dei costi di produzione, effettuare analisi di convenienza e/o di efficienza, premiare interventi di risparmi di costi (a parità di efficacia e qualità). Tutto ciò allo scopo di aumentare la conoscenza del profilo economico delle attività svolte in quanto ad oggi è ancora limitato il numero di enti che dispongono di informazioni raccolte in modo sistematico sulla dimensione economica dei singoli servizi erogati e che, pertanto, non hanno a disposizione tutti gli strumenti opportuni per accertare eventuali miglioramenti gestionali.

3)    Puntare i riflettori su chi eccelle e sulle esperienze di successo

Occorre premiare e dare visibilità a tutti coloro che nell’ambito della P.A. producono innovazione e che possono costituire un valido punto di riferimento. Oltre all’attribuzione di premi è di fondamentale importanza dare visibilità a tutte le best practice in modo che ad esse possano ispirarsi, eventualmente adattandole al proprio contesto organizzativo, tutti coloro che intendano migliorare l’azione amministrativa. Ministero della Funzione Pubblica, FORMEZ, la Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione ma anche gli stessi singoli enti centrali e della P.A. locale devono essere spinti (anche per via normativa) a fornire visibilità a ciò che di buono viene realizzato al loro interno.

4)    Chi delinque è indegno di lavorare al servizio della P.A. (ed a spese dei contribuenti)

Ridurre i limiti minimi delle condanne che determinano la pena accessoria dell’estinzione del rapporto di lavoro (ad es. diminuire il limite minimo di 5 anni previsto dall’art. 29 del codice penale).

5)    Non rottamiamo l’esperienza

Si condivide il punto 1) sull’abrogazione del trattenimento in servizio. Il dirigente od il funzionario che lascia il servizio per sopraggiunti limiti di età potrebbe costituire anche una valida risorsa per trasmettere ai più giovani i propri saperi ed esperienze. Potrebbe essere opportuno prevedere che il personale in quiescenza possa volontariamente candidarsi per l’espletamento di attività di formazione all’interno dell’ultimo ente di appartenenza (senza emolumenti ovvero con rimborsi simbolici).

6)    Valutare i risultati premiando chi fa risparmiare

Si condivide il punto 12) con la precisazione che, ai fini dell’erogazione della produttività, occorrerebbe privilegiare il raggiungimento di obiettivi a livello di singola struttura organizzativa (in luogo di obiettivi a livello individuale) e che le premialità dovrebbero tenere in particolare considerazione ogni azione posta in atto per recuperare efficienza (ovviamente non a detrimento dell’efficacia), misurata in particolare quantificando i risparmi di spesa ottenuti.

Nessun commento:

Posta un commento