2.9.14

L'ATTIVITA' POETICO-SAGGISTICA DEL PROFESSOR LINO DI STEFANO

Prima parte L'attività poetica

Il professor Lino Di Stefano, già preside dell'istituto magistrale “Pietrobono” e attuale presidente dell'Accademia Teretina, ha iniziato la sua attività poetica nel 1971 pubblicando per la casa editrice Reali di Ceccano la raccolta “Poesie scelte”. 

Due motivi ricorrono con più efficace insistenza nella sua poesia limpida e sciolta: il silenzio della notte, rotto da qualche improvviso rumore, e la voce del cuore che fa sentire i palpiti più flebili dell'io interiore. La sua poesia, dunque, ricca di sentimento e di meditazione, raggiunge forme di alta e profonda liricità e l'animo del poeta si rasserena, comunque, guardando gli occhi della madre, sorgenti di vita e di serenità, e una stella cadente nella notte che porta con sé il desiderio di Dio.1 

Lo stile poetico della prima raccolta riprende dalla tradizione ermetica: “Città nella notte” è un bozzetto notturno in cui, a notte fonda mentre tutt'intorno vi è silenzio e sta per sorgere l'alba, vi è l'immagine di un cane randagio che sta rovistando tra le carte; “Spari a mezzanotte” è una lirica ambientata in una serata di luglio in cui viene ucciso un uomo mentre in “Notte d'estate” vediamo il poeta veder cadere una stella e sentire nei vicoli un gatto miagolare. Improvvisamente esprime il desiderio di conoscere Dio. Nel2008, per la casa editrice Eva, Lino Di Stefano pubblica la raccolta di versi “Poesie Kalenesi”, dedicata alla sua città natale in provincia di Campobasso Casecalenda. Nelle liriche presenti riaffiorano i ricordi
d'infanzia: dal Borgo Nuovo,in cui si divertiva a giocare a palla con i compagni alla Villa Comunale dove oggi sorge un monumento al milite ignoto che ha perso la vita durante la guerra. Tradizioni molisane le ritroviamo nella lirica “La cavalletta” cosi' chiamata perchè in essa correvano i cavalli. In seguito, il poeta passa a descrivere le acque torrenziali del cigno bevibili e gustose, la fonte Chippitelli ricordata per la fresca acqua della polla ed infine le varie chiese e palazzi ducali. 

La seconda parte della raccolta comprende “A Renato Fucini”, lirica in cui viene ricordato il cantore della Maremma e delle borgate toscane “cantore delle genti umili e delle piccole cose”. “E' giorno di festa” descrive la banda che, festosa, suona tra i vicoli del paese mentre “Casa avita” e “La bicicletta” sono due liriche in cui raffiorano i suoi ricordi: i nonni e l'estate del '54 quando, 16enne, il professore è caduto da un velocipede e si è fratturato un braccio; “Il pagliaccio e la clessidra” è una lirica emblematica in quanto i due simboli stanno ad indicare il tempo che trascorre inesorabile mentre “La notte dei miracoli” mostra un uomo attonito di fronte all'Orsa Maggiore in un miracolo universale in cui vi è la strada della salvezza. La raccolta si chiude con due liriche in lingua latina con le quali il poeta è stato menzionato per meriti al 5 e 6 Certamen della Poesia in Latino indetto dal Centro Agorà di Acerra ( Napoli ).

* Veroli 2 settembre 2014 di Gabriele Mattacola. Iscritto all'Accademia Teretina dal marzo 2007.

1 Gaetano Di Massa Poeti della ciociaria Tipografia Pasquarelli Sora 1984

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