26.2.15

IL RUOLO DEL LAZIO ALL'EXPO


METODO  E MERITO



Loro ci dimenticano, cerchiamo di ricordare loro che ci siamo


di Rodolfo Damiani *
Una dei cardini della civiltà moderna è la Comunicazione. In effetti si possono fare grandi cose ma se non sono dette e dette nel modo “giusto”, nessuno, frastornati dal bombardamento mediatico , come siamo, ci farebbe caso.

Oggi i giornali portavano con grande rilievo il ruolo del Lazio all’EXPO 2015 e i vantaggi che l’EXPO porterà al Lazio, il tutto corredato da cifre da capogiro.

Come nipoti di ZIO GIULIO e seguaci di San Tommaso, cerchiamo sempre di leggere tra le righe le promesse e i risultati che ci illustra il Presidente-Commissario a cui fa da eco uno dei suoi fidi componenti , che francamente ci sembrava diverso , uno che riusciva a ragionare con la sua testa , ma sapete un Assessorato val bene essere ubbidienti.

Certamente una vetrina come Milano è funzionale a gratificare un prodotto, enfatizzare i prodotti che sono stati prescelti è legittimo e aiuta a crescere.

Allora dove è il problema , il problema è nella chiarezza e nella trasparenza delle scelte, sicuramente gli otto eccellentissimi sono tali, ma ancora siamo in attesa di sapere come sono stati selezionati , con quali criteri giudicati , chi li ha giudicati e come sono state redatte le graduatorie, quindi l’insoddisfazione nasce per problemi di merito e di metodo.

Guardando meglio la lista, ovviamente non ufficiale e largamente incompleta abbiamo la sensazione di vistose assenze : la CIAMMELLA SORANA, la TROTA MACROSTIGMA, il ROMAGNANO DI ANAGNI, il CABERNET DI ATINA, il SAMMICHELE DI SANT’ELIA,i TORRONI DI ALVITO, l’AGLIO DI CASTELLIRI, i TANNI DELLE COMPERE ,  SUA MAESTA’ IL TARTUFO  e inspiegabilmente il CANNELLINO di Atina.

Ai nostri  dubbi si aggiunge la nota stonata , questa è la parte più inquietante, qualcuno era intervenuto per perorare la causa di qualche prodotto, allora insistiamo per conoscere criteri di metodo e di merito  , visto che c’era chi aveva le notizie di prima mano e poteva intervenire  e far intervenire , oppure qualcuno che aveva già deciso  quale era il prodotto da salvare.

Posso anche credere che ci sia stata una componente di suggestione mediatica ben distribuita e che non tutti conoscano i prodotti esclusi per cui vorrei farglieli conoscere.

Se  altri, come me , nelle more di una spiegazione esauriente, vogliono civilmente dimostrare il loro dissenso propongo di andare alla Regione e far gustare i prodotti 
ai nostri onorevoli e ai consulenti e ai dirigenti, che ipoteticamente non hanno mai avuto occasione di assaggiarli; poi per miglior peso andrei a Milano e farei la stessa cosa fuori all’EXPO.

In alternativa, se non avrò le adesioni a tale forma di civile autodifesa, mi permetterò a mio nome e a mie spese di inviare al Presidente-Commissario e agli altri , da noi eletti alla regione, una confezione dei prodotti non considerati, sperando anche in una loro cortese risposta ai quesiti posti.

L’EXPO ha già avuto le note emergenze   realizzative,  se l’andazzo è pilotato anche nella individuazione dei prodotti,questa vetrina delle eccellenze italiane ,rischia  di divenire la vetrina della pochezza attuale non dell’Italia ma di chi sopportiamo che ancora ci amministri.

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