26.3.15

OMAGGIO A FRANCESCO PALMA Un matematico dal cuore poetico

Il 18 giugno del 2005, quasi 10 anni fa, presso la Galleria La Catena di Veroli fu presentata la prima raccolta poetica scritta dal professor Francesco Palma, scomparso nel febbraio del 2008 all'età di 65 anni "Un matematico dal cuore poetico" (edizioni Libroitaliano).

Numerosi, in quell'occasione, coloro che hanno letto le liriche presenti nella raccolta. Io stesso ho letto: "Alla splendida Italia", poesia in cui l'autore, provando gioia ed emozione nel pronunciare la parola Italia, ricorda i grandi della cultura primi tra i quali: Dante; Petrarca e Galilei. Ci parla, poi, delle città e del mare per poi infine descrivere l'attrazione che hanno i turisti per la cucina ciociara. 

La raccolta comprende oltre 82 liriche, scritte quasi tutte in rima. La prima di esse è un autoritratto del poeta quando era ragazzo. Un primo posto, nelle varie tematiche, è riservato agli effetti familiari e si va dalla madre ormai anziana al compleanno di sua moglie Chiara e di sua figlia Claudia per poi arrivare a parlare del centenario di suo padre Umberto.

"A Firenze" è una dedica al capoluogo fiorentino, in passato capitale d'Italia nella quale vi è il fiume Arno ed è nato Dante Alighieri, meta di molti turisti. Il professore era un tifoso della squadra di calcio Fiorentina.
"Un caro saluto" è stata scritta il giorno in cui è andato in pensione (Francesco Palma fino all'A.S. 1992/1993 ha insegnato matematica all'Ipsia di Isola del Liri). Troviamo, in seguito, liriche in cui commenta eventi che si sono svolti nella contrada dov'egli è nato e vissuto Giglio di Veroli (località Colleciaffone).
Molto bella la poesia dedicata alla sua gattina Chicca. La bestiola, cui il padrone era molto affezionato, è stata uccisa da una macchina che correva veloce e lui la osserva distesa a terra e mostra la sua profonda tristezza in quanto aspettava la gattina cui ha preparato da mangiare, prima che ella lo seguisse in campagna. Nella sua mente raffiora il ricordo di quando, mentre era intento a cogliere i fagiolini, lei improvvisamente si presentò strofinandosi mani e piedini. 

Il ciclo delle stagioni; la vendemmia; il vino che viene bevuto a San Martino e il tramonto si ritrovano nelle liriche presenti in quest'opera d'esordio in cui l'autore ci parla della sua religiosità dedicando una poesia a Papa Giovanni Paolo II. 

Il tema della morte si ritrova nella lirica "Un fulmine a ciel sereno", nel cui fine ci dice che Nostro Signore Gesù Cristo ha fatto la promessa che la nostra vita, nell'alto dei cieli, sarà più affascinante di quella terrena.
Tematiche di attualità s ritrovano in: "Dalla droga puoi uscire", dedicata ad un ragazzo che, per disintossicarsi, deve essere ricoverato in una comunità; "Il fumo uccide" ed "Addio nostri cari eroi", lirica che uccide la raccolta ed in cui si parla di giovani ragazzi che, andati in Iraq a combattere la guerra, non hanno fatto più ritorno nelle loro case perché "uccisi da uomini indegni spinti da perfidi disegni". 

Molte di queste liriche sono state lette in quel pomeriggio di giugno che s'avviava verso la calda estate dal professore Palma descritta nelle liriche "Una spensierata giornata all'Acquapark" e "La calda estate".

A chiusura della manifestazione io ho avuto modo di leggere assieme all'amico del poeta Pietro Iaboni, docente di lettere che quell'anno andava in pensione, "Dialogo tra un contadino è un professore alla soglia dell'agognata pensione". Lo stesso insegnante ha letto, sia la personale prefazione al libro, sia la lirica "Il dolce querceto" nella quale il poeta ricorda, sia gli anni in cui si divertiva a giocare insieme ai bambini suoi coetanei, sia quelli di giovane studente che si recava a studiare in questa oasi di pace leggendo ad alta voce per preparare gli esami da sostenere all'università. In questo querceto l'autore si è recato anche negli ultimi anni della sua vita.

* Veroli 26 marzo 2015. Gabriele Mattacola. Nella foto la città di Veroli.

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