25.5.15

MARIO TARQUINI PENSIERI

Il 13.12.2014, presso la galleria La Catena di Veroli,
il commendator Mario Tarquini ha presentato la sua prima raccolta poetica dal titolo “Pensieri”. Essa comprende 17 liriche le cui illustrazioni sono dell'architetto Massimo Terzini . La prima lirica intitolata “Patria mia” è una riflessione sulla nostra nazione di cui l'autore mette in evidenza il mare azzurro che si confonde con il cielo dello stesso colore e ridona serenità ai popoli.

Ricorda poi i suoi figli illustri: San Francesco; Santa Chiara e Santa Caterina in ambito
religioso; Dante; Petrarca e Carducci in ambito letterario e Giotto; Michelangelo; Verdi e Refice come artisti e musicisti . In conclusione il poeta si sente onorato di appartenere ad una nazione che è stata resa libera; unita ed indipendente 154 anni fa. La lirica successiva “200 anni “ è un sentito e doveroso omaggio all'arma dei carabinieri da sempre fedele e pronta al sacrificio per poter donare al popolo pace, sicurezza e libertà.

La poesia dal titolo “Due brillanti” mostra, in un giorno primaverile, un nonno seduto su di una panchina che accarezza i nipotini. Nella stagione del mandorlo in fiore scorgiamo l'anziano raccontare ai propri cari gli anni del duro lavoro pieni di sofferenze. La nipotina le accarezza dolcemente il viso ed il fratellino chiede al nonno il perchè è stanco. Alla fine della bellissima lirica vediamo che, nel volto dell'anziano, scendono due lacrime simili a due brillanti. 

La lirica “Primavera” descrive la natura vista attraverso le gemme che si schiudono al tiepido sole, il bosco incantevole e i suggestivi fiori quali la margherita che fiorisce nei verdi prati, la profumata violetta e i piccoli e delicati “nontiscordardime” che annunciano l'arrivo della bella stagione. Al musicista verolano Eugenio Bubali, di cui il commendator Tarquini è un profondo conoscitore e studioso tanto da essere membro del coro a lui intitolato, ha dedicato le liriche “Ad Eugenio Bubali” nel 175mo anniversario della nascita ed “Eugenio a Maria”. “Fest'era” e “La rondinella” ci mostrano l'immagine della rondine in due momenti diversi: nel primo la vediamo apparire in cielo il 21 di marzo ad annunciare l'arrivo della primavera mentre nel secondo la vediamo durante la stagione in fiore sotto case e campanili dentro il suo nido. La rondine è amata, in particolare, dai bambini. “Le campanelle” descrive il rintocco di campane che, al rosso tramontar del sole, risuonano nel piccolo luogo sacro dell'Olivella. E' il mese di maggio ed in chiesa i chierichetti corrono per spargere l'incenso in onore di Maria. Nelle liriche successive il poeta passa in rassegna i luoghi di Veroli centro già esaminati nelle monografie a carattere storico. 

La lirica dal titolo “Il bel cortile” ci mostra la parte più alta della città di Veroli caratteristica per il suo cancello sempre chiuso e che ricorda l'antico passato della cittadina ernica. Dopo un sentito omaggio a Santa Salome, chiude la raccolta la lirica dal titolo “Mi aprirai ?” in cui il poeta e storico verolano ci parla di quando, un giorno tra tanti anni, busserà alla porta di N.S. Gesù Cristo e lui non vede l'ora d'incontrarlo anche se, in ogni momento della vita terrena, pensa a lui che ama il perdono e cerca di portare attorno tante pecorelle smarrite simili alla sua bontà. Leggendo queste liriche ho potuto ammirare il lato nascosto dello storico cavalier Tarquini, un grande appassionato della sua terra che spero, negli anni avvenire, continui la sua ricerca tra le bellezze della nostra Veroli a cui si sente onorato di appartenere.

* Veroli 25 maggio 2015. Di Gabriele Mattacola. Dal 17 maggio Mario Tarquini è il suo più anziano punto di riferimento a seguito della scomparsa, all'età di 91 anni, del maestro Giuseppe Picarazzi del Giglio di Veroli a cui è dedicato il presente articolo. 

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