18.3.16

FRANCO FIORINI RIMANDA LA MEMORIA

Nel 2004, presso la casa editrice Il club degli autori- collana Le schegge d'oro, è stata pubblicata la raccolta di poesie scritta dall'insegnante Franco Fiorini dal titolo “Rimanda la memoria”. Già docente nella scuola primaria, l'autore ha conseguito una molteplicità di riconoscimenti nazionali ed internazionali.
Nella presente raccolta dominano i temi inerenti: la natura,
 l'amore per la propria donna e per i propri cari, l'omaggio alla terra natale e lo stupore per la vita.


La prima lirica, “Il primo accenno di primavera”, è un bozzetto di vita quotidiana in cui, aprendo le persiane del balcone di casa, il poeta ascolta il canto del gallo, osserva il mandorlo in fiore e la felicità dei bambini nel veder arrivare la nuova stagione. L'amore per la sua terra è presente nelle liriche successive mentre intenso e drammatico è il componimento dal titolo I vecchi” in cui ricorda alcuni anziani che, nel mese di settembre, sono seduti su delle panchine e ricordano la loro giovinezza. Essi sono per il poeta “ironia di un passato che è memoria”. “Solo presenza” e “La quercia grande” sono due liriche dedicate ai genitori. Nella prima ricorda la madre bambina intenta a giocare con le bambole per poi parlare del matrimonio tra lei e suo padre e la loro vita vissuta insieme durante i duri anni della guerra, quelli in cui l'anziana era costretta a camminare scalza. “La quercia grande” ed “Era il gigante” descrivono entrambe la figura del padre: nella prima il figlio ricorda la sua infanzia nella quale, a seguito del duro lavoro del padre nelle cave, gli correva incontro e lui gli sfiorava i suoi piedini. 

La seconda, più triste, ci mostra l'uomo durante uno dei suoi ricoveri in ospedale e il figlio, vedendolo soffrire, ricorda gli anni di duro lavoro del proprio padre nelle cave di pietra. “Figlio” è una dedica in versi al secondogenito Emanuele da lui poeticamente definito “Proemio incosciente di un sogno già reale”. “Figlia”, dedicata alla primogenita Angelica, ci descrive la donna, sia nel giorno del matrimonio quando, ai piedi dell'altare, ha promesso amore eterno al marito Domenico. 

In altre liriche il poeta ricorda la sua maestra che la immagina simile ad una fata azzurra che le racconta le fiabe della vita, il mare di San Benedetto e il cuore di bambino che ha ognuno di noi. Al poeta e collega Nino Cellupica è dedicata la lirica “La mia cattedrale” in cui ricorda la lirica scritta da quest'ultimo dedicata all'organo della cattedrale del suo paese natale. “I ragazzi del 2000” è una riflessione sui giovani del XXI secolo i quali mostrano, quasi sempre, i lati negativi del loro modo di porsi: rasati e con creste di vario colore i cui genitori sono spesso assenti e per questo emanano un senso di tristezza. La religiosità dell'autore, militante nel movimento di Comunione e Liberazione, si ritrova in varie liriche della raccolta poetica la cui più bella, “Il volto di Pietro” è un omaggio a San Giovanni Paolo II.


* Veroli 18 marzo 2016. Di Gabriele Mattacola

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