25.10.16

LINO DI STEFANO ATENE E ROMA

Il 19 ottobre, presso il Salone di Rappresentazione dell’Amministrazione
Provinciale di Frosinone, il professor Lino Di Stefano, già preside dell’Istituto Magistrale “Luigi Pietrobono”di Alatri con annesso liceo scientifico e attuale Presidente dell’Accademia Teretina, ha presentato la sua
ultima opera saggistica “Atene e Roma” ( edizioni Eva ). 

La raccolta di saggi comprende anche la drammatica poesia in lingua latina scritta dallo stesso autore “Puer
innocentes ( Ragazzi innocenti)”, Menzione di merito al 6° Certamen della poesia latina indetto nel 2008 dal centro “Agorà” di Acerra ( Napoli ). 21 sono i saggi letterari che compongono l’opera: il primo saggio prende in esame l’opera “Luciano: una storia vera” in cui l’autore greco Luciano di Samosata, celandosi sotto mentite spoglie, ci parla del viaggio compiuto da Menippo nell’aldilà. Alla letteratura greca sono dedicati altri saggi: “Uno psicologo dell’aldilà”, sulla figura di Teofrasto, “Il poeta-soldato”, sul poeta Archiloco, ed altri saggi in cui il professor Di Stefano prende in esame aspetti meno noti della vita dei filosofi Socrate e Platone. Il nono saggio è un ritratto del professor Ettore Paratore, scomparso nel 2000, che è stato cittadino onorario di Filettino e che ricordiamo per essere stato uno dei valenti docenti di letteratura latina all’Università “La Sapienza” di Roma e come uno dei massimi artefici della rivalutazione estetica del mondo letterario romano,
come afferma il critico letterario professor Bruno Luiselli. “Elogio della
classicità”, saggio seguente, è dedicato allo storico francese Pierre Grimal,
uno dei massimi studiosi della lingua latina. 

Dopo aver accennato al “De re rustica” di Varrone, l’autore dedica ben cinque saggi alla figura del nostro conterraneo Marco Tullio Cicerone partendo dall’evento che si tiene ogni anno ad Arpino “Certamen Ciceronianum” che coinvolge studenti provenienti da ogni parte d’Italia che devono cimentarsi in una traduzione, dal latino all’italiano, di un’opera ciceroniana. Capolavoro scritto da Cicerone “Laelius de Amicitia” in cui l’Arpinate fa dire al suo portavoce che, per ottenere l’amicizia, si deve impiegare la virtù. Nei saggi successivi ci parla delle figure greche di Medea ed Edipo, re di Tebe per poi esaminare l’opera scritta da Seneca “De brevitate vitae” il cui motto, riguardo la caducità dell’esistenza, è quello che tutti noi dobbiamo essere pronti all’appello finale. “Orazio ecologico” parla di un convegno tenutosi a Ferentino nel 1993 in cui si fa riferimento a Papa Leone XIII il quale affermava che “l’arte era un mezzo pedagogico per l’affermazione della cultura ecclesiastica”. 

Gli ultimi tre saggi prendono in esame le opere “Carmina”,116 componimenti scritti da Catullo che ci sono pervenuti dal mondo antico, “Satyricon” di Petronio Arbitro in cui, accanto alle vicende dei protagonisti Encolpio ed Ascilto, vi è l’episodio della “Cena Trimalchionis” considerato come un grande affresco della società di quel tempo ed infine “De beata vita” di Agostino, dialogo sul problema della beatitudine del vivere.

* Veroli 26 ottobre 2016. Gabriele Mattacola.

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