7.12.16

ANTONIO PIETROPAOLI COME SABBIA ALLA RISACCA

Il morolense Antonio Pietropaoli, già geometra e presidente di una società sportiva sulla crescita fisica e morale dei giovani, nel 1997 ha pubblicato, per la casa editrice Libroitaliano, la sua prima raccolta di poesie dal titolo “Come sabbia alla risacca”, divisa in sei sezioni. Nella prima, dal titolo “Umori e … risonanze” troviamo la lirica dal titolo “Elucubrazioni” in cui egli annuncia, in un lontanissimo futuro, la sua morte e ci esorta a non aver paura anche se è dispiaciuto di dover lasciare monti, colline, pianure e mare.

Per lui, che sogna di morire a fine autunno, la morte è come la fine di una missione. “Luna d’Egitto” è una poesia in cui l’autore ci offre una panoramica dell’Egitto descritto attraverso le piramidi di Giza, i Faraoni vaganti ed il Ghibli durante le tempeste. La successiva sezione, “Solo pensieri” è una dedica in poesia a quattro persone, diverse tra loro: il contadino intento a lavorare la terra, il mendicante che, vagabondando senza una meta, è seduto a terra assieme ad un cane randagio, un vecchio al tramonto ed un guerrigliero che semina solo odio e vendetta. 

La successiva sezione, “Radici”, comprende alcuni componimenti dedicati alla sua città natale Morolo descritta attraverso la tenera immagine di un uccello appollaiato su di un ramo, gli amici d’infanzia ed il borgo Valle Sant’Angelo dove vi sono gli affetti più cari. Dopo aver descritto le varie stagioni ed i mesi in esse comprese, il poeta dedica le liriche successive a persone care scomparse tra cui sua sorella e gli amici Alfredo ed Ettore, alla moglie nel giorno della festa delle donne e a due monumenti che sono quello di Bogotà, in cui descrive Santa Fè attraverso il profumo degli eucalipti e l’immagine delle donne che si muovono, da una parte all’altra e Piazza San Pietro in Roma in cui, dal punto di vista panoramico, descrive la piazza ed i suoi patrimoni artistici: Palazzo Bernini, Cupola di Michelangelo e le fontane sgorganti d’acqua. Tenera l’immagine di una colomba, simbolo di pace, pronta a spiccare il volo. Nella lirica iniziale l’autore si definisce come “un bicchiere colmo d’acqua”. Nell’ultima sezione, “Allo stadio”, troviamo la sua passione per il calcio.

* Veroli 7 dicembre 2017. Gabriele Mattacola.

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