2.12.16

MARIO PATRIZI RITRATTI E NATURE MORTE ALLA VILLA COMUNALE DAL 1° ALL'11 DICEMBRE 2016

Dal 1 all’11 dicembre, presso la Villa Comunale di Frosinone, l’artista Mario Patrizi tiene la sua nuova collettiva dal titolo “Ritratti e nature morte”.

Oltre ai quadri precedentemente recensiti, l’artista ne ha realizzati altri di cui voglio parlare nel presente articolo. La prima natura morta dipinta lo scorso anno ritrae alcuni oggetti preferiti dall’artista: un abat-jour, un sombrero, la tavolozza di colori, i libri d’arte ed una pipa, già presente nel suo autoritratto di fine anni ’80. 

In un’altra natura morta troviamo una brocca con delle arance sopra una delle quali vi è posta un’ape. Al centro troviamo un macinino. L’artista, in un altro dipinto, è rappresentato in età “da pensionato”. Colpiscono il suo sguardo la sua eleganza, i capelli ed i baffi brizzolati. Un altro ritratto ci mostra i suoi nonni, vissuti a cavallo tra ‘800 e ‘900, in cui emerge l’immagine della felicità in quanto eravamo in anni di maggior benessere rispetto ad oggi. Il bersagliere presente nel ritratto successivo è raffigurato in un momento di spensieratezza, con la sua barba folta e bianca, l’impermeabile verde ed il maglione color arancio. Mario Patrizi ci mostra la sua profonda religiosità nel quadro dedicato a Madre Teresa di Calcutta “una piccola suora dall’immenso cuore” dipinta con i suoi paramenti sacri ed il piccolo crocifisso. 

Il 4 di settembre Papa Bergoglio l’ha proclamata “Santa”. La zona alta di Frosinone, sua città natale, domina in un recente dipinto da dove scorgiamo, in alto, un campanile mentre, al centro, vi è il palazzo comunale e l’ufficio del catasto. In basso, su di un terrazzo, vi sono un cane ed una coppia assieme alla loro bambina che reca in mano una bambola. Nel dipinto domina la bellezza del colore. L’ultima natura morta presenta il mese autunnale attraverso il mosto che è una fase intermedia fra l’uva ed il vino. Infine scorgiamo l’artista, seduto a tavolino, mentre sta gustando un piatto di spaghetti alla chitarra. 

L’opera è un elogio alla buona cucina in cui, in basso, troviamo frutti quale l’anguria e le pesche e la classica “Porchetta di Ariccia”. Mario, con questo ultimo ritratto, invita il visitatore a pranzare assieme a lui. Non mancano utensili quali: la brocca ed il cotturo e la fisarmonica da lui amata. 

In conclusione auguro a Mario, mio principale punto di riferimento assieme all’ingegner Aldo Bruno, di continuare a dipingere altri bozzetti ciociari in modo da poter attirare l’attenzione dei visitatori.

* Veroli 2 dicembre 2016. Gabriele Mattacola ha visitato la mostra dell'artista Patrizi.

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