22.5.17

GIULIANO NARULI MIO BARBIERE DA DIECI ANNI VEROLI, VEROLI, VEROLI

di Gabriele Mattacola *

Giuliano Naruli, che conosco da 24 anni in quanto collaboratore scolastico dell’ex istituto magistrale “Ada Negri” di Veroli da me frequentato fino a maggio 1997, è da agosto del 2007 il mio barbiere anche se l’avevo già frequentato per qualche anno tra il 2001 ed il 2002. Nel 2014 ha diretto il documentario dedicato alla sua città natale e presentato al cinema Trulli  “Veroli, Veroli, Veroli”. Sin dalle prime immagini vediamo il paese negli anni ‘20/’30 del ‘900 attraverso gli scorci panoramici, Porta Romana e i suoi abitanti tra cui il mitico Picco Pacco intento a leggere il giornale, le prime automobili, piazza del Plebiscito e piazza Palestina quando erano ancora zone poco praticate. Tra le contrade vediamo un’immagine in bianco e nero della processione di Santa Francesca del 15 agosto, festa dell’Assunta. Significativo è poi il ritratto fotografico della donna ignota risalente al 1930. Tra gli edifici religiosi troviamo il convento delle Suore Benedettine fotografato, sia nei primi anni ’50 che oggi. Vi è poi un’istantanea sulla tradizionale festa della Pantasema in cui viene bruciato un pupazzo e che annuncia la fine dell’estate e la riapertura delle scuole. Nella ricerca documentaristica di Giuliano non poteva non mancare l’abbazia di Casamari, monumentale e bellissima struttura religiosa posta al confine con Monte San Giovanni Campano. Tra le altre fotografie troviamo quelle di alcuni bambini di scuola primaria ritratti negli anni ’50 e ’60 del ‘900, oltre che ad altre chiese di culto quali la basilica di Sant’Erasmo e gli edifici scolastici: scuola media “Giuseppe Mazzini” e liceo scientifico “Sulpicio” in cui l’autore della ricerca ancora oggi lavora. Un’altra istantanea ci mostra l’ex cinema moderno oggi sostituito dalla già citata cinesala Trulli. Tra le localita di Veroli centro non poteva non mancare l’Olivella. Il documentario “Veroli, Veroli, Veroli” ci fa vedere la cittadina ciociara nei vari anni attraverso i cambiamenti partendo dal dopo terremoto del 1915 passando per le donne che indossavano il tipico costume ciociaro oppure le balie che allattavano di cui ho parlato in un articolo precedente. Significative sono le immagini che ritraggono Veroli imbiancata di neve. Tra le bellezze storico-culturali Veroli vanta anche la Biblioteca Giovardiana ed il monumento ai caduti, entrambi inseriti nel documentario. Vi sono anche fotografie piccanti riguardanti case di tolleranza ormai chiuse da tempo. Lo sport è presente attraverso alcune istantanee fotografiche riguardanti la gara ciclistica che si teneva nel centro del paese fino a qualche anno fa e la società di basket ancor oggi l’attività sportiva più in vista del paese. Le ultime immagini del documentario, in cui sono presenti le foto di grandi del cinema italiano ed internazionale, ci mostrano la fonte d’acqua Peticosa, l’umanista vissuto tra ‘500 e ‘600 e nato a Veroli Aonio Paleario ed una bellissima fotografia in bianco e nero dove è raffigurato San Pio da Pietrelcina che sta celebrando un matrimonio a Veroli poco prima che ci lasciasse. L’ultima fotografia ritrae il critico d’arte Vittorio Sgarbi ,venuto a visitare la città qualche anno fa.

* Veroli 22 maggio 2017. Gabriele Mattacola.

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