30.3.14

DANTE ALIGHIERI, INFERNO, CANTO III

Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente.




SORANI POCO DANTISTI. Nessun dantista a Sora. Solo un sacerdote dotto, ricorda il prof. Gulia, il sorano Amedeo Carnevale. Ma a Sora veniva spesso Francesco D’Ovidio, amico di Vincenzo Simoncelli, veniva a trovarlo e ha lasciato due segni: l’epigrafe a San Domenico a pochi metri dalla Basilica minore ma senza firma e l’altro segno, la cornice che racchiude il quadro trittico di Mayer Ross per l’Ospedale di Sora. I sorani pochissimo o per niente dantisti perché anche assenti in sala, martedì 25 marzo, per la prima parte della lezione di Gerado Vacana sul Canto III dell’Inferno di Dante Alighieri: “Il canto degli ignavi”. Una opera immortale per il Professore Luigi Gulia. “Sorani ignavi” e la città isolata rispetto alle altre attorno. Gerardo Vacana ha reso omaggio a tre dantisti illustri ma tutti e tre non di Sora. Pietro Antonio Sala, di Roccasecca ma che ha operato ad Alatri. Domenico Santoro di Alvito ed Ernesto Capocci che ha illustrato nel 1956 la Divina Commedia. “Personalità che meritano di essere ricordate”, per il professore Vacana che si sta buttando in una sua quarta avventura culturale. Poi ricorda anche Cestra di Veroli che ha tradotto alcuni canti. “Sorani ignavi perché non attenti a Dante” e anche perché pochi in sala. “Dante Alighieri poco amato”, quindi, “dai sorani”.


L’IGNAVIA PER GERARDO VACANA. Nel 1555, Ludovico Dolce chiamò la Commedia, per la prima volta, Divina. “Non fu Boccaccio” dice Vacana, che per poco non fu nominato per il Premio Nobel per la poesia, rivolto ai docenti in sala. Una annotazione che diventa importante per loro. Dante Alighieri parla nell’epoca della cortesia ed è “il poeta più grande del Stil Novo”. E per Vacana è l’artista più grande, prima di Michelangelo, di Leonardo e di altri. Nell’Inferno III Canto il “sommo”, come lo chiama Vacana, usa la parola Maestro per cinque volte. “E’ gerachico”; il rapporto è gerachico per il poeta e saggista Gerardo Vacana che non lo dirà mai in altre occasioni. Non lo scriverà,  penserà ad altre parole “ma meno polemiche”. Gerardo Vacana ha diviso l’ignavia in due. L’indifferenza. Ad esempio per la politica. “I cittadini si fanno i fatti loro”. Fa l’esempio della distruzione della casa natale di Cesare Baronio che è stata trasformata completamente, “buttata giù con leggerezza”. Un danno storico che si ricorderà per sempre. Poi c’è la rinuncia, quando si rimane in disparte e non si agisce in prima persona.


IN ARRIVO LE LETTURE DANTESCHE. Gerardo Vacana, che si è laureato in Lettere a Firenze e ha completato la sua formazione in Francia e Belgio, annuncia di aver creato la sua “quarta follia”. La nascita delle “Letture Dantesche della Ciociaria e del Lazio Meridionale”. Per non scontentare nessuno ha aggiunto il Lazio Meridionale. Il pensiero va ai neoborbonici presenti anche a Sora. Letture sistematiche affidate ai docenti di scuola, “spiegando Dante nelle varie sedi”. E’ questo l’invito del professore Vacana: “l’evento storico”, dice, “lettori di Dante vuol dire essere interessati a tutto”. Le letture dedicate ai professori, ma non solo. Aperte a tutte, c’è già lo statuto che lo si può richiedere direttamente a Gerardo Vacana.         

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