15.3.15

APPUNTI DI STORIA DEL CINEMA ITALIANO NINO MANFREDI E IL CINEMA STRANIERO

Il primo incontro tra Nino Manfredi e il cinema straniero avviene nel 1963
anno in cui, diretto da Luis Garcia Berlanga, è il protagonista della co-produzione spagnola-italiana "La ballata del boia" (in lingua spagnola "El Verdugo"). Il film viene presentato in concorso alla XXIV Mostra di Venezia dove ottiene il premio della critica internazionale.

L'attore nativo di Castro dei Volsci interpreta l'impiegato di un"impresa di pompe funebri José Luis. La sua è una vita fatta di mediocrità e per questo motivo accetta d'incontrare la figlia del boia statale che nessuno vuole sposare. Lui, nel frattempo, entra in intimità con Carmen, motivo per cui deve sposare quest'ultima. Il padre della ragazza ottiene un appartamento dove i due novelli sposi andranno a vivere.
Per ragioni burocratiche l'impiegato deve rassegnarsi e mantenere l'appartamento in quanto suo suocero sta per andare in pensione. Consolato, José Luis afferma che le condanne a morte sono rarissime e da un momento all'altro potrebbe anche decidere di dimettersi dal nuovo incarico. In seguito viene convocato a Palma di Maiorca per compiere un'esecuzione e, seguendo gli ordini del suocero, partirà assieme alla moglie ed al figlioletto, sperando in una grazia. Con la disperazione per un simile avvilimento, inizia la sua carriera di boia stipendiato grazie alla prima esecuzione  alla "ganote".

Così Nino Manfredi ricorda l'incontro con il regista spagnolo Berlanga: "È stato un film interessante, politicamente coraggioso: ma non legai molto con Berlanga che praticamente non dirigeva gli attori, faceva continui campo-controcampo su tutta la scena. Mi piace invece ricordare in quell'occasione il simpatico incontro con Flaiano. Lavorammo insieme alla sceneggiatura adattando il personaggio ai miei mezzi. E insieme partimmo poi in aereo per la Spagna. La produzione ci aveva dato dei biglietti di seconda classe, non ci consideravano importanti e avevamo una gran fifa. Nessuno dei due voleva confessarlo e per tutto il viaggio parlammo in continuazione, come dei matti. All'arrivo a Madrid il comandante dell'aereo, che mi conosceva, fece dei gesti, indicando noi due. Ci accorgemmo allora che eravamo gli attesi. A quel punto, Flaiano si mise a correre e scomparve.
Non lo vedemmo più (1).

Nel 1979, sedici anni dopo, Nino Manfredi ha un "cameo" nella commedia franco-italiana diretta da Jean-Pierre Rawson "Cocco mio" (in lingua francese "Gros calin"). Interpreta un napoletano ventriloquo di professione terapeuta che deve dare consigli al protagonista Cousin (Jean Carmet), anche se ha difficoltà di comunicazione con gli uomini.

Gli anni '90 vedono l'attore ciociaro lavorare in ben tre film stranieri. Il primo è "Napoli-Berlino un taxi nella notte" ("Helsinki-Napoli. All Night long"), co-produzione svizzero-tedesca diretta da Mika Kaurismaki in cui interpreta il ruolo del nonno; il secondo "In viaggio con Alberto" ("Alberto express") in cui interpreta il ruolo del padre del protagonista Alberto (Sergio Castellitto), il quale ha nei confronti del figlio un debito finanziario che ammonta a 30 milioni e 250 mila lire; l'ultimo è, nel 1995 "L'olandese volante" diretto da Jos Stelling in cui interpreta il menestrello italiano Campanelli che, alla seconda metà del '500, cerca di liberare un uomo prigioniero in un pozzo del Castello delle Fiandre ma quest'ultimo verrà ucciso.

Un anno prima di morire, Nino Manfredi ha interpretato il film in lingua spagnola diretto da Miguel Hermoso e premiato al Moscow International Film Festival "La fine di un mistero" (La luz prodigiosa). Il film ha la sua ambientazione durante la Guerra Civile Spagnola del 1936 ed in esso l'attore ciociaro interpreta uno sconosciuto che, dopo essere scampato alla morte grazie all'aiuto di un pastorello, perde la memoria e trascorre 40 anni della sua vita in un manicomio. Avviate le ricerche si viene a scoprire che egli è il poeta Federico Garcia Lorca che, nel film, è immaginato come sopravvissuto per miracolo alla fucilazione dei Franchisti.

(1) Aldo Bernardini Nino Manfredi Gremese editore 1979 Pag. 105/06

* Veroli 14 marzo 2015. Articolo di Gabriele Mattacola.

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